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ANTONIO VIVALDI: LA SENNA FESTEGGIANTE RV 693
2 SETTEMBRE 2022
CHIESA DI SANT'AGOSTINO, SIENA
ANTONIO VIVALDI - LA SENNA FESTEGGIANTE
BAROQUE LAB
CONCERTO FINALE
ANTONIO VIVALDI (1678-1741)
LA SENNA FESTEGGIANTE
Serenata a tre RV 693
Libretto di DOMENICO LALLI – Musica di ANTONIO VIVALDI
Prima rappresentazione a Venezia nel 1726 (?)
Edizione critica curata da Alessandro Borin RICORDI
in collaborazione con Istituto Italiano A. Vivaldi, Fondazione G. Cini Venezia
Interpreti:
Età dell’Oro soprano – ZSÓFIA SZABÓ
Virtù contralto – MARTA PACIFICI
Senna basso – ROLAND FAUST
ALFREDO BERNARDINI direttore
CHIGIANA-MOZARTEUM BAROQUE ORCHESTRA
In collaborazione con l’Universität Mozarteum Salzburg
Primi violini: Hiro Kurosaki – Eric Schroeder – Margherita Simonato – Leonie Trips
Secondi violini: Caterina Borgese – Sophia Katharina Mücke – Anna Perl Hong Yu Wong
Viole: Branka Sec – Chiara Sartorato
Violoncelli: Marco Testori – Francesco Pinosa – Réka Nagy
Violone: Arisa Yoshida
Tiorba: Jakob Wagner
Cembalo: Arianna Radaelli
Flauti dolci: Nura Natour – Anna Bodi
Flauti traversi: Tommaso Simonetta Sandri – Vincent Canciello
Oboi: Cécile Chartrain – Amadeo Castille
Fagotto: Bálint Kovács
Cembalo: Arianna Radaelli
Organo: Ian Plansker
Chiesa di Sant’Agostino, Siena – 2 settembre 2022
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La Senna festeggiante di Antonio Vivaldi
Sono tre le opere di Antonio Vivaldi ricevute in eredità che appartengono al genere particolare della Serenata, mu- sica vocale profana diffusa in Europa nel tardo Seicento e per tutto il Settecento. Il termine Serenata non deriva, come si potrebbe pensare, da „sera“, bensì da „sereno“: il cielo chiaro e limpido delle ore notturne. Tale descrizione non rimanda a scenografie, nè ai costumi o alle macchine sceniche dei teatri, quanto piuttosto a un contesto meno formale, improvvisato, in cui il pubblico o gli artisti oppure entrambi si esibivano all’aria aperta. Diversamente dall’O- pera, che poteva prevedere numerose repliche e riprese in stagioni successive o in altri luoghi, la Serenata è musica d’occasione nel vero senso della parola: veniva eseguita un’unica volta e dopo aver raggiunto lo scopo per cui era stata creata, cadeva nell’oblio, a meno che il composito- re non ne utilizzasse il materiale musicale in altri lavori. La Serenata era spesso il cuore di una festa importante che celebrava un evento rilevante e gioioso nella vita di una persona o una famiglia rinomata, quale ad esempio una nascita, un compleanno, un onomastico, un matrimonio, la visita di una personalità di rango o un accordo di pace. La Senna festeggiante è nata in virtù dello stretto legame esistente tra Vivaldi, Jacques-Vincent Languet e il Conte von Gergy, Ambasciatore di Francia a Venezia negli anni dal 1724 al 1729. Il suo stato sociale – come quello dei rap- presentanti diplomatici di altri Paesi – era severamente normato dalla legge della Serenissima, che vietava ai pa- trizi veneziani, che non disponessero di un‘autorizzazione speciale, di frequentarli. Il 25 agosto del 1726, nel giorno di San Luigi, onomastico del sovrano francese, l’Ambascia- tore di Francia organizzò delle celebrazioni in suo onore. Molto probabilmente Vivaldi compose La Senna festeg- giante per questa occasione. L’anno di composizione è stato facilmente dedotto per le caratteristiche della carta da musica utilizzata per il manoscritto, copiato dal padre del compositore, Giovanni Battista Vivaldi (con alcune an- notazioni a mano dello stesso Vivaldi). Inoltre la datazione della composizione è suggerita dalle concordanze lette- rarie e musicali che mettono la Serenata in relazione alle opere precedenti e successive. Quasi un anno prima, il 12 settembre 1725, Vivaldi aveva composto una Serenata (RV 687) a 2 voci, più breve, sem- pre per Languet per celebrare le nozze tra il giovane Luigi XV e la principessa polacca Maria Leszczynska. Nel 1726 si presentava un’occasione particolare per un’opera artisti- camente più impegnata: giungeva in visita da Roma il car- dinale Pietro Ottoboni, celebre mecenate delle arti. Il pa- trizio veneziano Pietro Ottoboni, entrato in conflitto con le leggi della Repubblica a causa della nomina a Protettore della Corona francese ricevuta dalla Santa Sede, non pote- va accedere alla sua città natale da lungo tempo. Il suo ri- torno trionfale nel 1726, che dette adito alla presentazione di numerose opere musicali, portò a ristabilire le relazioni diplomatiche tra Venezia e la Francia. Ecco quindi, che il compositore e il librettista Domenico Lalli, con il quale Vi- valdi aveva già collaborato in passato, resero omaggio con- giuntamente alll’Ambasciatore Languet, il Monarca Luigi XV e il Cardinale Ottoboni, ospite illustre e simbolo della riappacificazione tra la Repubblica di Venezia e la Francia. La trama del libretto di Lalli presenta una struttura nar- rativa molto diffusa nei testi delle serenate, il cosiddetto „Viaggio dell’eroe“. Due figure allegoriche, L’Età dell’Oro e La Virtù vagano nelle lande desolate alla ricerca della loro felicità perduta. La Senna (il fiume Senna) le saluta e pro- mette loro che raggiungeranno la meta del loro errare. Da quel momento in poi l’atmosfera si rallegra, illuminando- si sempre con maggior intensità fino alla fine della Prima parte. Nella Seconda parte incontrano finalmente il Re di Francia a cui rendono omaggio e dimostrano la loro devo- zione.
La musica di Vivaldi è un omaggio a Luigi XV e al popolo francese: inserisce nell’opera elementi evidentissimi dello stile f rancese (cosa che non aveva fatto nella sua preceden- te Serenata dedicata all’Ambasciatore francese e in nes- sun altro lavoro a questo precedente). Accanto all’uso di ritmi puntati incisivi, solitamente segnalati „alla francese“ nelle partiture italiane dell’epoca, sono presenti repentini cambiamenti melodici e armonici tipici delo stile francese e l’imitazione di una Ouverture francese nel movimento di apertura della Seconda parte, copiata in partitura da Gio- vanni Battista Vivaldi come Ouvertur. La Senna festeggiante è la testimonianza significativa di un tratto importante della carriera di Vivaldi; questo lavoro è segno dell’alta considerazione di cui godeva in Francia dopo la pubblicazione delle Quattro Stagioni (1725). Non a caso a ottobre del 1725 il Mercure de France lo definì il «più abile compositore di Venezia » («le plus habile compo- siteur qui soit à Venise»).
Michael Talbot
Traduzione: Anna Passarini
Scarica il programma in PDF (in Italiano e Inglese)
Alfredo Bernardini ha studiato musica antica nei Paesi Passi, dove si è laureato nel 1987. Da allora ha tenuto concerti in tutto il mondo come membro di ensemble quali Hesperion XX, Le Concert des Nations, La Petite Bande, The Amsterdam Baroque Orchestra, The English Con- cert, Bach Collegium Japan e altri. Ha preso parte ad oltre 100 incisioni discografiche. È membro fondatore dell’ensemble Zefiro, insignito di numerosi premi e riconoscimenti internazionali.È stato direttore ospite di orchestre barocche in Canada, Australia, Ve- nezuela, Cuba, Israele e dell’Orchestra Barocca dell’Unione Europea. Dopo avere insegnato presso il Conservatorio di Amsterdam e l’ESMUC (Escola Superior de Musica de Catalunya) di Barcellona, è attualmente docente presso l’Università Mozarteum di Salisburgo.
Hiro Kurosaki è nato a Tokyo e cresciuto a Vienna, dove si è formato all‘Universität für Musik und darstellende Kunst (MDW) sotto la guida di Franz Samohyl secondo l’antica tradizione della scuola violinistica viennese. Dopo essersi affermato ai Concorsi internazionali “Henrik Wieniawski” e “Fritz Kreisler”, è stato invitato come solista in pretigiose orchestre quali Staatskapelle Dresden, Royal Liverpool Philharmonic, Wiener Symphoniker e Mozarteum Orchester. Parallelamente è ma- turato in lui l’interesse per la prassi esecutiva storicamente informata e ha lavorato con i prinicpali artisti del settore quali René Clemencic, Jordi Savall, John Eliot Gardiner e William Christie. In qualità di solista e direttore al violino di Clemencic Consort, London Baroque, Cappella Colononiensis e Les Arts Florissants si è esibito in rinomati festival e sale da concerto. L’incisione dell’integrale delle Sonate per violino di W.A. Mozart su strumenti d’epoca con Linda Nicholson al fortepiano è stata premiata con il Japan Academy Award e l’esecuzione dell’inte- grale delle sonate di L. van Beethoven è un altro dei progetti pioneri- stici del duo. Attualmente è docente al MDW di Vienna e al Mozarteum di Salisburgo e dal 2022 è docente all’Accademia Chigiana di Siena.
Marco Testori ha studiato organo e violoncello al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, perfezionandosi con J. Goritzky, M. Flaksmann ed E. Bronzi. Si è specializzato in musica antica alla “Schola Cantorum Basilensis” con C. Coin e ha collaborato con prestigiosi ensemble, tra cui I Barocchisti, Ensemble Baroque de Limoges, Accordone, Orquesta Barroca de Sevilla, Ensemble Arte-Musica, Il Cardellino, Ensemble Claudiana, La Divina Armonia e Il Suonar Parlante, con i quali incide per Decca, Opus 111, Naxos, Sony, Amadeus e Fuga Libera. Dal 1994 al 2004 è stato primo violoncello de Il Giardino Armonico, con cui prende parte ai principali festival internazionali. Attualmente è primo violoncello dell’ensemble Atalanta Fugiens, diretto da Vanni Moretto. Ha collaborato con l’ensemble Dolce & Tempesta per l’incisione dei concerti per violoncello e archi di Nicola Fiorenza e con I Musici di Santa Pelagia per le opere di Carlo Graziani. È docente del violoncello barocco all’Università Mozarteum di Salisburgo dal 2013 e all’Accademia Chigiana dal 2022.
TIl soprano ungherese Zsófia Szabó ha iniziato la sua formazione musicale a 7 anni. Dopo dodici anni di studio del Violoncello, che l’ha portata a suonare in orchestra e in formazioni cameristiche, nel 2012 ha intrapreso lo studio del Canto sotto la guida di Krisztina Czeller. Nel 2019 si è laureata presso l’Università Mozarteum di Salisburgo nel corso tenuto da Barbara Bonney. Attualmente sta seguendo il corso di Laurea magistrale in Canto con Christoph Strehl e Canto barocco con Andreas Scholl. Ha partecipato in numerosi concerti e produzioni sceniche dei Salzburger Festspiele in qualità di corista del Bachchor. Dal 2016 è membro dell’ensemble BachWerkVokal e ha partecipato come solista al “Messiah” e ne “La Resurrezione” di G.F. Händel.
Marta Pacifici è nata a Roma nel 1999. Ha intrapreso gli studi in Canto Rinascimentale e Barocco presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma, laureandosi nel 2021 sotto la guida di Sara Mingardo, di cui è ora allieva nel Corso di perfezionamento in Canto Barocco dell’Accademia di S. Cecilia. Attualmente prosegue gli studi magistrali nello stesso Conservatorio con Silvia Frigato.Dal 2007 al 2016 è stata membro del Coro di Voci Bianche dell’Accademia di S. Cecilia e del Teatro dell’Opera di Roma sotto la direzione di J.M. Sciutto. Nel 2021 a Roma ha cantato per l’evento di musica antica Care selve, aure gradite (IUC, Orto Botanico) e nel concerto La musica nelle corti italiane (S. Maria in Monserrato). Nel 2022 ha partecipato con l’ensemble “Concerto Regio” alla rassegna di “S. Cecilia a via Giulia” (Teatro Off/Off). È stata selezionata per “Vicenza in Lirica” (17 giugno 2022) ne Il combattimento di Tancredi e Clorinda e Il ballo delle Ingrate di Claudio Monteverdi.
Il basso Roland Faust è nato nel 1985 a Salisburgo, dove a partire dai 6 anni d’età ha compiuto i primi passi nella sua formazione musicale cantando nel Coro del Duomo. Dopo la maturità presso il Musisches Gymnasium Salzburg e il conseguimento della Laurea in Canto presso l’Università Mozarteum di Salisburgo, si è dedicato allo studio della musica antica e alla Prassi storicamente informata presso la Schola Cantorum Basiliensis. È stato ed è membro di numerosi ensemble, tra i quali Balthasar Neumann Chor, l’Ensemble Huelgas e Amsterdam Baroque. Nutre un grande interesse per la musica del Rinascimento.
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La Senna festeggiante
Prima parte
Sinfonia Allegro – Andante molto – Allegro molto
Coro (l’Età dell’oro, la Virtù, la Senna): Della Senna in su le sponde Recitativo (l’Età dell’oro): Io, che raminga errante
Aria (l’Età dell’oro): Se qui pace talor
Recitativo (la Virtù): Anch’io raminga errando
Aria (la Virtù): In quest’onde
Recitativo (la Senna): Illustri amiche
Aria (la Senna): Qui nel profondo del cupo fondo Recitativo (l’Età dell’oro, la Virtù): Sì, sì, già che tu brami Duetto (l’Età dell’oro, la Virtù): Godrem fra noi la pace Recitativo (la Senna, la Virtù, l’Età dell’oro): Tutto muor, tutto manca Aria (la Virtù): Vaga perla, benché sia dell’aurora bianca figlia Recitativo (l’Età dell’ro): Tal di me parlo ancora
Aria (l’Età dell’oro): Al mio seno
Recitativo (la Virtù, l’Età dell’oro): Della ferrea stagion Duetto (l’Età dell’oro, la Virtù): Qui per darci amabil pace / Per goder l’antica pace
Recitativo (la Senna): Ma rimirate, amiche
Aria (la Senna): L’alta lor gloria immortale
Recitativo (l’Età dell’oro, la Virtù, la Senna): O, di qual melodia Coro (l’Età dell’oro, la Virtù, la Senna): Di queste selve venite o Numi
Seconda parte
Ouverture Adagio – Presto – Allegro molto
Recitativo (la Senna): Ma già ch’unito in schiera Aria (la Senna): Pietà, dolcezza, fanno il suo volto Recitativo (l’Età dell’oro, la virtù): Non si ritardi
Aria (la Virtù): Stelle, con vostra pace Recitativo (la Senna, l’Età dell’oro, la Virtù): Vedrete in quest’eroe
Duetto (l’Età dell’oro, la Virtù): Io qui provo un sì caro diletto / Qui nel seno ho sì tenero affetto Recitativo (l’Età dell’oro): Quanto felici siete
Aria (l’Età dell’oro): Giace languente Recitativo (la Virtù): Quanto felici siete
Aria (la Virtù): Così sol nell’aurora
Recitativo (la Senna, la Virtù, l’Età dell’oro): Ma giunti eccone innante
Aria (l’Età dell’oro): Non fu mai più vista in soglio Recitativo (l’Età dell’oro): Per tributarti ancella
Coro (l’Età dell’oro, la Virtù, la Senna): Il destino, la sorte, il fato